Jan-Leonid Bornstein: Abbiamo sentito parlare di una nuova iniziativa legislativa di il governo della Georgia in merito alla presentazione di una bozza del nuovo codice della difesa nel dicembre 2022. In caso di adozione della versione presentata della bozza, la legge in vigore, che esenta (rinvia) i ministri di qualsiasi religione dal servizio militare obbligatorio, sarà ritirata . Quali rischi vede in questa nuova iniziativa?
Archil Metreveli: Per essere più precisi, non si tratta nemmeno di un “rischio” ma di un “fatto evidente” che si costituirà se questa modifica legislativa sarà adottata. Vale a dire, la regolamentazione avviata annullerà la possibilità per i ministri delle religioni minoritarie, vale a dire tutte le religioni tranne la Chiesa ortodossa georgiana, di beneficiare dell’esenzione per il servizio militare obbligatorio.
Jan-Leonid Bornstein: Potresti approfondire in modo che i nostri lettori possano comprendere meglio le sfide?
Archil Metreveli: Due norme della vigente legislazione georgiana assicurano l’esenzione dei ministri dal servizio militare obbligatorio. In primo luogo, l’articolo 4 dell’accordo costituzionale tra lo Stato della Georgia e la Chiesa ortodossa autocefala apostolo della Georgia (esclusivamente i ministri della Chiesa ortodossa della Georgia) e in secondo luogo, l’articolo 30 della legge della Georgia sul dovere militare e il servizio militare (il ministri di qualsiasi religione, compresa la Chiesa ortodossa della Georgia).
L’articolo 71 del progetto di codice della difesa presentato, alternativo all’articolo 30 della citata legge vigente, disciplinante il differimento dell’arruolamento nel servizio militare, non prevede più la cd deroga ministeriale. Pertanto, secondo il nuovo disegno di legge, nessun Ministro di qualsiasi religione precedentemente esentato dal servizio militare non potrà più avere il privilegio di Eccezione ministeriale. Rimane invece in vigore l’articolo 4 dell’Accordo costituzionale della Georgia, che esenta dal servizio militare esclusivamente i ministri della Chiesa ortodossa della Georgia.
È significativo che, secondo la costituzione della Georgia (articolo 4) e la legge della Georgia sugli atti normativi (articolo 7), l’accordo costituzionale della Georgia abbia la precedenza gerarchica sulle leggi della Georgia e, in caso di adozione, anche sulla difesa Codice. Pertanto, l’Eccezione Ministeriale (che sarà ritirata per i Ministri di tutte le religioni) non annullerà di per sé questo privilegio per i Ministri della Chiesa ortodossa della Georgia in quanto resta da concedere con un atto normativo gerarchicamente superiore – l’Accordo Costituzionale della Georgia.
JLB: Capisco. Perché pensi che questa legislazione sia proposta? Come si giustifica?
SONO: La Nota esplicativa della bozza presentata afferma che questa modifica intende eliminare il vuoto legislativo che consente alle organizzazioni religiose “senza scrupoli” e “false” di aiutare le persone a evitare il servizio militare obbligatorio. Lo scopo specificato corrisponde alla pratica stabilita dalla Chiesa della libertà biblica – un’associazione religiosa fondata dal partito politico Girchi. La Chiesa della Libertà Biblica, come strumento della protesta politica di Girchi contro il servizio militare obbligatorio, concede lo status di “Ministro” a quei cittadini che non vogliono svolgere il servizio militare. La pratica della Chiesa della libertà biblica si basa proprio sulla legge in vigore sul dovere militare e sul servizio militare.
JLB: Pensi che avrà ulteriori ripercussioni sulla legislazione o sulla pratica legislativa georgiana?
SONO: Sì, e lo è già. Gli emendamenti sono stati presentati anche alla legge sulla Georgia sul servizio di lavoro alternativo non militare. In particolare, secondo la bozza di emendamento, la condizione di esonero del cittadino dal servizio militare obbligatorio e dall’espletamento del servizio di lavoro alternativo non militare, unitamente all’obiezione di coscienza, sarà anche la qualifica di “Ministro”. Secondo le autorità georgiane, questo nuovo “privilegio” sostituirà l’eccezione ministeriale ritirata, in quanto questa nuova normativa legale si applicherà allo stesso modo ai ministri di tutte le religioni, inclusa la Chiesa ortodossa della Georgia. Tuttavia, questa interpretazione non è onesta, poiché l’Accordo costituzionale della Georgia proibisce allo Stato di arruolare ministri ortodossi per il servizio militare obbligatorio, quindi non sarà necessario estendere loro il “privilegio” del servizio di lavoro alternativo non militare. Di conseguenza, se la bozza presentata verrà adottata, i ministri ortodossi saranno esentati incondizionatamente dal servizio militare obbligatorio, mentre i ministri di tutte le altre religioni saranno soggetti al servizio di lavoro alternativo non militare.
JLB: Ma quel privilegio, cioè l’esenzione totale dal servizio militare obbligatorio, è un diritto fondamentale?
SONO: La nostra preoccupazione riguarda il diritto fondamentale all’uguaglianza e alla non discriminazione basata sulla religione. Evidentemente, l’esenzione di un ministro dal servizio militare (al contrario di un’esenzione basata sull’obiezione di coscienza) non è un diritto tutelato dalla libertà di religione o di credo. Tale privilegio è stato loro concesso in considerazione dell’importanza pubblica del loro status e per volontà politica dello Stato.
Tuttavia, il diritto fondamentale all’uguaglianza e alla non discriminazione basata sulla religione implica che, quando non vi è alcuna ragione oggettiva per un trattamento diverso, i privilegi concessi dallo Stato dovrebbero essere estesi ugualmente a qualsiasi gruppo o individuo indipendentemente dalla loro identità o pratica religiosa. La norma presentata è palese e schietta discriminazione basata sulla religione, in quanto non contiene alcuna giustificazione obiettiva e sensata per la differenza di trattamento stabilita.
JLB: Secondo lei, quale sarebbe l’approccio corretto dello Stato riguardo a questa questione?
AM: Trovare risposte a queste domande non è difficile. L’esperienza moderna della Libertà di Religione e della Democrazia determina chiaramente che lo Stato non dovrebbe alleggerire il proprio fardello a spese dei Diritti Fondamentali e delle Libertà di individui o gruppi. Pertanto, se la Corte dovesse ritenere che la Chiesa della libertà biblica stesse effettivamente abusando della libertà di religione o di credo, lo Stato dovrebbe eliminare esclusivamente la pratica della distruzione e non il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione basata sulla religione e sul credo, interamente.
JLB: Grazie
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